Friday, January 04, 2008

INCONTRO

Un anno è passato, volato come un battito d'ali o lo schiocco di una frusta...un anno, di cui gli ultimi due mesi sono valsi come una vita, un anno esatto da quando tu, amico mio, bussavi alla mia porta...ah, allora credevo che ogni rintocco del battente fosse un battito di speranza per il mio cuore, allora trepidavo e fremevo e mi preoccupavo di rispondere col tono giusto... oh ci penso ora e come mi sembra futile, che perdita di tempo, perchè mai? cos'era quel tuo bussare infondo? un soffio leggero del vento sulla soglia. Perchè mai m'affannavo a spiarti dalle finestre in ansia? neanche avessi avuto una treccia da gettarti dalla torre, neanche fossi stato tu, il più ardito o valoroso o anche affascinante dei cavalieri. Oh, come mi sembra sciocco ora... e quanto sciocca ero io nell' impiegare così la mia già breve esistenza! Eppure, eppure, in qualche modo amavo discorrere con te, non che fossero vere discussioni, l'arte dell'ascoltare non è mai stata il tuo forte e probabilmente mai lo sarà; e ogni volta mi sorprendeva come riuscissi a fare chilometri per parlare con me e poi decidessi di colpo che avevi di meglio da fare, quel modo brusco con cui ti avvalevi del silenzio per eruttare i tuoi pensieri e poi il tuo sparire così. Io rinchiusa nella torre, senza mai mostrarmi davvero ascoltavo, ridevo anche, non ho mai avuto nessuno che mi ascoltasse e di certo non lo avrei chiesto a te, ma essere zittita così era seccante..... Eppure, eppure, in qualche modo ero felice nella mia beata illusione di essere l'unica, o quasi, a poter scorgere un cuore oltre la corazza e speravo invano di poterti convincere a smettere l'armatura, la difesa e mostrare quell'animo gentile... sciocca illusa, come perdevo il mio tempo! non avevo questi privilegi e mai li avrei avuti, l'unica mia attività era la fantasia, il sogno, e avevo tessuto su di te favole degne di Omero, tutte fandogne, sciocchezze da ragazzina, ora lo so e ne rido..Che motivo avevi tu, di spogliarti di una corazza decennale difronte a una sconosciuta? nessuno...
Eppure, eppure, ti devo ringraziare per aver colorito di poesia momenti altrimenti morti di quest'anno lungo e strano, per avermi fornito, a volte, il carburante, la spinta emozionale gisusta per andare avanti con un sorriso, per godere di un tramonto svedese e apprezzare appieno la gioia del vento alla pelle. Per avermi illusa e accompagnata, per avermi ascoltata per quel poco che sai fare tu, per avermi donato le gioie e i pianti più sinceri di quest'anno. Grazie.

E pensavo dondolato dal vagone,
cara amica il tempo prende, il tempo dà,
noi corriamo sempre in una direzione ma,
quale sia e che senso abbia chi lo sa.

Restano i sogni senza tempo,
le impressioni di un momento,
le luci nel buio intraviste da un treno,
siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nella testa,
nel cuore di simboli pieno.

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