Tuesday, November 27, 2007

FAREWELL

E sorridevi e sapevi sorridere, coi tuoi vent'anni portati cos',
come si porta un maglione sformato su un paio di jeans,
come si sente la voglia di viver che scoppia un giorno e non spieghi il perchè,
un pensiero cullato, un amore che è nato e non sai che cos'è.

Giorni lunghi, tra ieri e domani, giorni strani,
giorni a chiedersi tutto cos'era, verdi ogni sera.
ogni sera passare su a prenderti con quel mio buffo montone orientale,
ogni sera là a passo di danza, salire le scale
e sentire i tuoi passi che arrivano, il tinninare del tuo buonumore,
quando aprivi la porta il sorriso ogni volta mi entrava nel cuore.

Poi giù al bar, dove ci si ritrova, nostra alcova,
era tanto potere parlarci, giocare a guardarci,
tra gli amici che ridono e suonano, attorno ai tavoli, pieni di vino,
religione del tirare tardi e aspettare mattino,
poi una notte lasciasti portarti via, solo la nebbia e noi due in sentinella
la città addormentata non era mai stata così tanto bella!

Era facile vivere allora, ogni ora,
chitarre e lampi di storie fugaci, di amori rapaci
e ogni notte inventarsi una fantasia da bravi figli dell'epoca nuova,
ogni notte sembravi chiamare la vita a una prova.
Ma stupiti e felici scoprimmo che era nato qualcosa più in fondo
ci sembrava di avere trovato la chiave segreta del mondo.

Non fu facile volersi bene, restare assieme
o pensare di avere un domani e restare lontani,
tutti e due a domandarsi con chi sarà, in ogni cosa un pensiero costante,
un pensiero lucente e durissimo come il diamante,
e la notte lasciarsi portare via da un emozione non piena non colta,
rivedersi era come rinascere ancora una volta.

Ma ogni storia ha la sua conclusione, stessa illusione,
il peccato fu creder speciale una storia normale,
ora il tempo ci usura e ci stritola in ogni giorno che passa correndo,
sembra quasi che ironico scruti e ci guardi irridendo,
e davvero non siamo più quegli eroi pronti assieme ad affrontare ogni impresa
siamo solo due foglie aggrappate su un ramo in attesa.

the triangle timples and the trumpet plays slow

farewell non pensarci e perdonami se ti ho portato via un poco d'estate
o qualcosa di fragile come le storie passate;
forse un tempo poteva commuoverti, ma ora è inutile credo perchè
ogni volta che piangi o che ridi non piangi e non ridi con me.

2 comments:

бела said...

Ha! I thought you're writing poetry i'd never understand, but the mighty Google told me it's the lyrics of a song, so I've not missed out on your life as much as missing your poetic debut. xx

onar said...

debut? I've been writing poems since I was 15..but I'm not not posting them on internet..too personal, still this song is more like a poem than a song so you weren't that wrong after all...xxxx